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Thumbnail Bento al conbini
Thumbnail Attesa del bus
Thumbnail Bici in stazione
Thumbnail Il mercato deserto
Thumbnail Rotolo di verza nella pancetta
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Andiamo a Gwangju

Viaggio in Corea
Bento al conbini
Questa mattina dobbiamo partire presto, la colazione la facciamo direttamente ai tavolini di uno dei tanti conbini aperti 24 ore al giorno, con un Bento semplice e molto gustoso.
Mentre mangiamo con il sottofondo del suono dei frigoriferi osserviamo il cielo che è maledettamente grigio e minaccioso, la temperatura non sembra essere più o meno calda di quella dei giorni precedenti, un costante forno che incombe sul nostro cammino ed un’umidità percepibile a livello di pelle, tanto da farti sudare anche senza muoverti.Per fortuna i locali sono tutti climatizzati e ci godiamo un pò di fresco prima di affrontare la giornata. Anche il pollo fritto del Bento è eccezionale, qui sono proprio dei maestri per queste cose.
Attesa del bus
Attendiamo l’autobus che ci porti alla stazione del treno, oggi cercheremo di capire perché i coreani preferiscono viaggiare in autobus facendo per una volta la scelta opposta e percorrendo una grande distanza su due treni interregionali.
Per ora sembra tutto normale, sul primo treno viaggeremo in piedi sul secondo abbiamo il posto riservato, l’addetto parlava bene l’inglese e quindi ci ha spiegato tutto senza problemi, si è anche scusato perché il primo quarto d’ora avremmo dovuto stare in piedi.
Nella stazione si può mangiare e sudare nonostante l’aria condizionata, molte persone sono in attesa del treno ma non sembrano avere fretta.
Anche i treni, come gli autobus costano cifre ridicole, nonostante siano treni ad alta velocità, con 33k won 30€ abbiamo comprato 4 biglietti per un ora e trenta di percorrenza.

Qui c’è il Wi-Fi gratuito dappertutto, pure nei bagni, nelle stazioni, alle stazioni ferroviarie, sugli autobus e nei locali ed in ogni luogo si può comprare da mangiare, non capisco come facciano ad essere tutti magri, deve essere un gene speciale che non li fa ingrassare nonostante stiano sempre, in tutte le ore del giorno a mangiare qualcosa.
Il viaggio in treno è stato semplice e comodo, i vagoni erano tutti puliti ed i posti disponibili, il fatto che i coreani preferiscano gli autobus sarà una quesitone di abitudine, perché non trovo altra motivazione.
Bici in stazione
Qui a Gwangju dopo aver pagato il biglietto della metrò si può lasciare parcheggiata la bici per poi riprenderla al proprio ritorno, chiaramente ci mettono la catena perché non si sa mai chi può prendertela e lasciarti a piedi.
C’è una sola linea metro con treni molto moderni e puliti, due muti ci guardano male e parlano di noi con il linguaggio dei gesti. Chi sa che cosa abbiamo di tanto speciale oltre al fatto di essere stranieri in una città dove di solito non arrivano, turisti dall’Europa.
Nella stazione della metrò gli anziani hanno organizzato un micro mercato, ed un luogo d’incontro per stare al fresco seduti con le gambe distese sulle grandi panche in legno.
Anche qui i marciapiedi sono delle immense ciclabili , ma le aiuole sono meno curate, non c’è comunque nemmeno una carta per terra.
Sembra una città poco abitata che si muove a rilento e non ha troppo interesse di apparire o mostrare la sua vitalità.
La guida turistica della città è molto dettagliata e si può rimediare direttamente negli alberghi, non essendoci molti posti aperti per pranzo, torneremo a mangiare nella zona del mercato, nei pressi della stazione.
Il mercato deserto
Il mercato è semideserto e fa caldo, sembra di essere in quelle città western abbandonate dove rotolano gigantesche palle di polvere e ramoscelli e tutti i pochi sopravvissuti se ne stanno in casa con le finestre e porte sbarrate.
Per fortuna c’è una coppia di signori che prepara gli involtini di verza e carne avvolti nel bacon. Sono così invitanti ed abbiamo così tanta fame che ci fermiamo subito, ne ordiniamo due e ci accomodiamo all’interno del locale, una ricostruzione di una scuola per l’infanzia coreana dove per pulirsi al bocca si usa la carta igienica ed attaccati ai banchi ci sono le vecchie cartelle della scuola.
Rotolo di verza nella pancetta
Vecchia scuola coreana
Nel locale ci troviamo anche una famiglia di coreani che sta mangiando con i bambini, la mamma si siede al pianoforte ed a quattro mani con la piccolina intonano canzoni divertenti, Il nostro cannolo di verza ci viene portato al tavolo e si rivela eccezionale, succoso e tenero, croccante per la verza e saporito all’esterno per il bacon sottile, ricoperto da un densa salsa dolce e piccante che lo rendono qualcosa di incredibile.
Non resistiamo ed ordiniamo anche la variante ricoperta di formaggio che si rivela buonissima, non è cominciato male questo giorno in questa nuova cittadina coreana, ci da speranze per un piacevole soggiorno.
Bibitone al caffè
Il bello delle città orientali è che ci sono i conbini, al conbini puoi sempre prendere un bibitone al cioccolato con caffè espresso e sederti a sorseggiarlo gustandoti l’aria condizionata e guadando la gente che passa affranta dal gran caldo.
Simona sotto la pioggia
Chi sa perché nei nostri viaggi finiamo sempre sotto le pensiline a ripararci dalla pioggia, succedeva in Austria, in Giappone ed ora pure in Corea, per andare al parco memoriale Simona ha deciso che dovevano prendere la metropolitana, allontanarci di tre fermate dalla nostra posizione attuale, per poi dover tornare tre chilometri indietro a piedi sotto la pioggia e finire nel parco che stava proprio dietro il nostro albergo. Sono cose a cui ormai non mi oppongo più, quando è così convinta la lascio fare e resto a vedere il risultato, perché litigare, siamo in vacanza ed abbiamo tempo da perdere.

Il memoriale per la democrazia è costruito in un parco enorme, ricorda le vite perse per difendere la democrazia alla fine della dittatura, quando la corte marziale perpetuò lo stermino di centinaia di manifestanti e guerriglieri che volevano soltanto uno stato democratico. Una storia triste e sanguinosa che ha permesso alla società di evolversi verso uno stato molto più moderno ed aperto al mondo esterno, dove i diritti di tutti sono rispettati ed ognuno ha più possibilità di avere una vita dignitosa.

Nel pomeriggio non abbiamo fatto altro che camminare e gironzolare per la città, passando da quartieri più poveri ed antichi, quasi decadenti in zone un pò più vip e moderne dove perfino i locali sembravano troppo alla moda, poi per fortuna abbiamo trovato un posto enorme, pieno di confusione e di famiglie coreane, bambini impazziti che giocavano in un salone immenso e tavoli di legno bassi con la gente seduta per terra a mangiare da mega pentolini di zuppa posti al centro del tavolo.
Tavolo con zuppa coreana
Simona e la zuppa coreana
Aggiunta di gnocchi freschi alla zuppa coreana
 Nel pentolone centrale si poteva scegliere di mangiare una zuppa calda di carne, di pesce, di frutti di mare ed infilarci dentro qualsiasi tipo di ingrediente aggiuntivo, verdure, spaghetti, Teok (gnocchi coreani), pasta fatta in casa, pesci interi, fette di carne, funghi giganti, proprio tutto quello che si può immaginare.
Come sempre tutti i contorni sono inclusi e si possono andare a riprendere infinite volte, mentre le cose nella pentola vanno pagate.

Anche questa cena un’esperienza mistica, abbiamo scelto la versione con chili di bollito con l’osso e tantissime verdure, delle ciotole di riso per accompagnare il tutto ed un’aggiunta finale di gnocchi fatti in cassa che ci hanno dato il colpo di grazia finale.
Siamo arrivati in fondo al pentolone arrancando, sudando e soffrendo, uscendo poi rotolando dal ristorante come se avessimo partecipato ad uno di quei matrimoni napoletani dove si mangia fino a scoppiare.
Ovviamente era tutto buonissimo e la cifra pagata alla fine era ridicola, ma ora ci vorrà una passeggiata di svariati chilometri prima che ritorni a respirare correttamente e che il mio cuore torni a battere con regolarità.

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