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Villaggio Hanok

Jaman Mural Village

Foto


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Thumbnail Autogril coreano
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Thumbnail kimbap sushi coreano
Thumbnail cena tipica coreana
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Andiamo a Jeonju

Viaggio in Corea
Stamane dopo una colazione leggera, si fa per dire, ci metteremo in viaggio per Jeonju. Qui in Corea ci sono i treni, ma quasi tutti viaggiano sugli autobus che sono molto comodi ed economici, quindi anche noi sceglieremo questa soluzione popolare.
Oggi il tempo è nuvoloso con una certa cappa di umidità, ma sembra faccia meno caldo di ieri, c’è anche un venticello tiepido molto piacevole.

Le ragazze coreane non sono brutte ma lo diventano con la chirurgia estetica, si trasformano in una maschera di cera, che è uguale per tutte, tanto che sembrano identiche, sono quasi tutte magrissime e molte vanno in giro con un bigodino avvolto al centro della fronte.

Stamattina è la giornata dei vecchietti che vogliono aiutarci ma poi non parlano una parola di inglese, non sanno cosa è un autobus e non conoscono la città in cui siamo diretti. Il problema è che uno di questi vecchietti non ci vuole mollare e quindi siamo in un'imbarazzante situazione di stallo, cerca di fermare altri passanti per chiedere informazioni, ma lo ignorano e vanno avanti come se fosse trasparente.
Dopo qualche minuto senza dire una parola decidiamo che è meglio tagliarla bruscamente, ringraziamo e ci dileguiamo in fretta tra la folla per poi seguire le indicazioni scritte sui pannelli luminosi. Si capisce che l’anziano non aveva niente da fare e voleva ammazzare il tempo rendendosi utile, ma avrebbe almeno potuto imparare qualche parola di inglese.
Il bus terminal è enorme, ma ben organizzato, ogni bus parte da una porta, dotata di numero elettronico, destinazione ed orario. La biglietteria è efficientissima, in pochi minuti ci mostra le opzioni lusso o pezzente disponili per raggiungere la meta è noi scegliamo quella pezzente. In realtà la differenza era di soli 3€ ma l’abitudine a risparmiare ci ha fatto scegliere l’autobus meno accogliente.
La signora ci cerchia sul biglietto, destinazione, orario di partenza e gate d'imbarco, in modo che non ci sia possibilità di errore e ci saluta. Dopo una sosta pipì andiamo al gate dove troviamo un controllore dei biglietti che ci mostra il nostro bus, poi sotto il bus, un nuovo controllore ci timbra i biglietti, carica le valige e ci fa segno di salire.
Anche la classe pezzente non è male lo spazio tra i sedili è ampio e sono discretamente comodi.
Autobus in Corea
Dopo un controllo del numero dei passeggeri a bordo, partiamo.
Il viaggio durerà 2:50 minuti, il cielo è nuvoloso e la città appare grigia sotto la coltre di smog che la avvolge.
La cosa incredibile è che in autostrada gli autobus hanno una corsia preferenziale dedicata, così possono sfrecciare mentre tutte le auto sono in coda, mi sembra geniale per incentivare i trasporti.

I paesaggi extraurbani rurali sono molto ordinati, ci sono pettinati campi di riso separati da vialetti di terra scura dove sono piantate a distanza regolare delle piante singole di altri ortaggi.
Ci sono anche moltissime serre per riparare i prodotti fuori stagione ed enormi filari di pomodori già maturi.
Le abitazioni sono irregolari e senza nulla di caratteristico, sembrano quasi costruite di lamiere prefabbricate.
Nonostante sia piena estate, i campi ed i boschi sono tutti di un verde acceso e rigogliosi.
Autogril coreano
food shop in Corea
La sosta in autogrill si fa in un posto talmente grande e pieno di stand e negozi del cibo che ci vorrebbero delle ore a girarlo, ma noi abbiamo soltanto quindici minuti e sono fiscali.
Mi concedo un espresso lungo ed una confezione di caldarroste calde, Simona mi odia perché abbiamo fatto colazione da poco e vorrei già mangiare tutto quello che vedo, ma qui ci sono tante cose che non ho mai visto ne provato e come potrei andare via sapendo di non scoprire che gusto hanno?
Abbandono a malincuore questo tempio del gusto con Simona che mi tira via ed io con gli occhi lacrimanti come un bambino a cui vogliono togliere un giocattolo, tento di resistere. Meno male che ha insistito, perché l’autista stava aspettando solo noi per ripartire e sembrava contrariato.

A Jeonju il tempo è grigio e la città dall'esterno ha il solito aspetto di concentrate zone abitative che hanno invaso lo spazio della natura.
Dei veri e propri muri di cemento che impediscono la vista del paesaggio perché lo occupano tutto estendendosi in ogni direzione.
Alle finestre basse ci sono le inferriate di protezione come da noi in Italia, evidentemente non è del tutto sicura come zona.

La città è immensa e lungo il fiume corrono ciclabili e stradine sterrate, canali d’acqua dove immergere i piedi e spazi attrezzati con parchi per bambini.
Lungo gli argini del fiume di fianco ai corrimano ci sono fioriere in legno con fiori viola ben curati.
Non è una città nuova ha un aspetto poco moderno, trasandato e malandato, perfino le insegne colorate sono logorate dal tempo, ma questo essere vissuta, ma allo stesso tempo curata, la rende affascinante ai miei occhi.

Chiaramente qui non vi aspettate di parlare in inglese, ne di trovare le indicazioni in inglese, dovete un po’ arrangiarvi ed improvvisare con i navigatori online sui quali studiare bene i percorsi, i numeri dei mezzi pubblici e le fermate.
Tabella fermate autobus
La nostra fermata è scritta in caratteri latini sul cellulare ma sulla tabella del treno è in coreano quindi abbiamo dovuto fare un matching con le scritte a disposizione per capire quale di quale si trattasse.
Il punto di partenza per capirci qualcosa è il nome della fermata, scritto in coreano sulla pensilina, confrontatelo con le scritte sulle tabelle dei treni per capire dove siete e poi cercate di capire anche qual è la fermata in cui scendere, a questo punto contate le fermate quando siete sull'autobus e dovreste riuscire a capire dove scendere.
T-money card
Se non l’avete ancora fatto, comprate una t-money per pagare i bus cittadini, senza impazzire a capire i costi dei biglietti e le fermate che dovete pagare, perché il prezzo varia a seconda di quante fermate percorrete, invece con la carta basta avvicinarla al lettore, quando salite e quando scendete dall'autobus senza dovervi preoccupare ulteriormente.
Love hotel in Jeonju
Qui a Jeonju alloggiamo nella zona dei love Hotel, in un love Hotel, all'entrata non c'è una vera reception ma solo una piccola finestra dalla quale poter parlare con il gestore dell'hotel. Non c'è bisogno di registrare i documenti, perché cercano di mantenere la privacy del cliente, visto la tipologia di hotel. La persona dall'altra parte della finestra cerca anche di non guardarci in faccia e ci parla attraverso il traduttore automatico sul telefono, poichè non conosce una parola d’inglese. Per fortuna c'è poco da dirci, ci da le chiavi, il set di cortesia ed il benvenuto e ci indica il piano ed il numero della stanza, tutto il resto dobbiamo capirlo da soli.
Le stanze sono tutte a tema, sono spaziose, pulite, con la tv da 60 pollici e la vasca da bagno triangolare, enorme e morbida, nella quale ci si può entrare in due o più persone. In camera c’è anche un pc in dotazione, casomai si volessero vedere delle cose online o mettere della musica.
Nel kit di cortesia, oltre alle solite cose da albergo, ci sono dei preservativi, cosa sicuramente utile, casomai gli ospiti ne fossero sprovvisti, in questo genere di hotel.
In un parco lineare che attraversa la città, ci sono giochi per i bimbi, campi da cricket gratuiti ed anziani che si riparano dal sole, sotto un padiglione di legno ottagonale. C’è una pace irreale e le cicale cantano in festa, la gente per strada crea delle bancarelle improvvisate per vendere verdure crude o cibi cotti al momento. Tutto si svolge con lentezza tanto da farmi sentire fuori dal tempo, in un luogo imprecisato dove è difficile distinguere il periodo storico dalle cose che ci circondano.
kimbap sushi coreano
Entriamo in un negozio che fa il rotolo di riso coreano, è tutto scritto in coreano e la signora si aspetta che lo parliamo, ma non è così, quindi con i gesti indichiamo quello che vorremmo mangiare, indicandolo nel piatto degli altri commensali presenti nel piccolo locale. Naturalmente, ci offrono una zuppa, da bere, i sottaceti gialli ed il kimchi, anche se abbiamo ordinato solo un rotolo di riso e la cifra pagata alla fine del pranzo è ridicola, circa 4€.

In città, mentre camminiamo tra le strade vuote del primo pomeriggio, incrociamo tutte persone che ci guardano con aria attonita, come se non avessero mai visto da queste parti dei turisti europei, siamo una sorta di elemento estraneo capitato per caso in città.
Il villaggio hanok, punto di ritrovo turistico principale della città è immenso, pieno di ristoranti e negozi, bancarelle improvvisate ed artisti da strada impegnati nella loro performance, lungo i lati delle strade scorrono dei piccoli corsi d'acqua nei quali molti turisti camminano scalzi, per rinfrescarsi dall'afa pomeridiana.
Ci sono centinaia di veicoli elettrici e motorini con la bandiera americana, per una, due, quattro o più persone che sfrecciano veloci per le strade del villaggio, e molti turisti sembrano esserne dipendenti per gli spostamenti, come se fare quattro passi a piedi possa ucciderli.
Il villaggio è chiaramente una ricostruzione moderna delle vecchie abitazioni, ma è ben congeniato, tutte le abitazioni sono infatti ricoperte o costruite in legno ed in alcune di esse, ci sono esibizioni di arti pittoriche o artigianali. In alcune case specifiche che fungono da museo gratuito è possibile studiare la storia del luogo e capirne di più osservando le foto storiche o i video interattivi.
A piedi attraversiamo tutto il villaggio ed attraverso un ponte raggiungiamo un il Jaman Mural Village, costruito a ridosso di una collina. Questo villaggio era una vecchia zona residenziale che avevano deciso di abbattere, fino a quando degli artisti non hanno deciso di ricoprire tutti i muri delle case con dei murales, ispirati agli anime, i manga o personaggi famosi dello spettacolo.

Il villaggio non è molto grande ma è piacevole passeggiare tra le vie strette e scoprire di volta in volta qualche nuovo murales, oppure semplicemente sedersi ai tavoli di uno dei coloratissimi caffè e prendere un dolce o qualcosa da bere.
Dopo aver visto il villaggio siamo tornati nel villaggio Hanok ed abbiamo passeggiato fino all'ora di cena.
cena tipica coreana
hamburger coreano
Per cena ci fermiamo in un locale tradizionale, che poi scopriamo essere consigliato anche dalla guida Michelin, per soli 25€ ci portano due Bimimbap, uno tradizionale ed uno tipico di Jeonju, un hamburger di carne da 300gr con funghi, i soliti kimchi ed altre verdure piccanti, due bevande tipiche e l’acqua.
Non saprei come descrivere la bontà di questi bimimpap, comincio ad innamorarmi di questa cucina e pensare che forse può addirittura superare nel mio cuore quella giapponese. Solo bisogna essere abituati al piccante perché anche se dicono che non c’è, vi accorgerete che ogni cibo è comunque di base un po’ piccante.

Con il calare della notte, tornando a piedi verso l’albergo, ci accorgiamo che la città è piena di croci. Qui sono molti i cattolici ed in continuazione si vedono queste installazioni luminose sovrastare le abitazioni, come un faro nella notte che illumina la via per i fedeli.

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