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Il mio nonno materno

Era un tipo strano mio nonno, era alto e sorridente, un po' buffo se visto dal punto di vista degli adulti, ma per noi bambini ed in seguito ragazzi, appariva come una persona sempre disposta a giocare e mai seria.
Non ricordo mai di aver visto mio nonno arrabiato, forse qualche volta poteva apparire risentito nei confronti della nonna che era molto più dura di carattere ma sembra prednere con filosofia ogni critica lasciandosela scivolare addosso. era come se l'opinione degli altri, in quel momento non avesse realmente importanza e per questo non valeva nemmeno la pena di applicarsi troppo nella discussione.
Per qualche motivo nella sua testa la vita era tutta un grande gioco divertente e nulla andava preso troppo sul serio.
Ricordo ancora bene quando dopo il pranzo restava seduto al tavolo con la testa poggiata sul braccio fino ad addormentarsi.
Tutti eravamo lì a guardarlo impauriti mentre il suo gomito lentamente scivolava sul bordo del tavolo fino a fuoriuscire completamente. Quando avveniva si destava improvvisamente dal sonno e ritornava nella posizione originaria per riprendere a dormire.
Questa scena si ripeteva infinite volte durante il pomeriggio fino a che non decideva di spostarsi su un divano o di andare a riposare.

Mio nonno non ci chiamava per nome, aveva per tutti un nomignolo buffo, mi pare che mi chiamasse "mariscià" che in napoletano significa maresciallo. Quindi in famiglia c'erano per lui "Bubu", "Peppa" e tanti altri nomi che non riesco più a ricordare.
Anche lui aveva il suo soprannome, credo lo avesse inventato la nonna, lo chiamava Bebè, con l'accento finale e con il tono con cui lo pronunciavano credo fosse comunque un tantino dispreggiativo, nel senzo che lo consideravano un pò troppo giocoso.

Era un amante degli orologi, ne comprava tantissimi e spesso per fare degli affari si faceva anche fregare da conoscenti un poí furbetti.

Mio nonno era l'unica persona al mondo che fumava senza fumare, nel senso che ho ancora negli occhi il ricordo della sua sigaretta accesa, specie quando giocava a carte, che da sola si consumava senza che lui ne aspirasse il fumo. Diciamo che più che altro la teneva accesa dimenticandosi perfino di ciccare la cenere, tanto che spesso lasciava che gli cadesse addosso sulla pancia prominente.

Era un grandissimo appassionato di orologi e quando si parlava dell'argomento gli si illuminavano gli occhi e gli si apriva il cuore.
Se solo uno dei nipoti gli diceva che aveva bisogno di un orologio, allora era capasce di lasciare qualsiasi cosa stesse facendo e prendendoti per mano, di inventare una scusa per uscire di casa.
Quel pomeriggio diventava allora tutto per te ed il nonno, insieme si prendeva l'autobus e si andava in centro a Napoli, per fare il giro nei suoi negozi di orologi preferiti.
Alla fine del giro, di sucuro il nonno ti avrebbe regalato un orologio, neanche economico, da fare mostrare con orgoglio a tutta la famiglia.
Non ho mai capito quanti soldi avesse, nemmeno se avesse mai lavorato in vita sua, per quanto mi ricordo, mio nonno aveva una pensione di guerra per qualche problema o trauma subito, ma non ho mai indagato più di tanto.

In estate spesso i miei nonni ed alcuni zii venivano con noi ad Ascea Marina, una località sul mare a sud di Napoli.
Mio zio faceva il cacciatore e tornava dalle sue gite in montagna con bei cestini pieni di funghi.
Tutti in famiglia mangiavamo questi funghi tranne mio nonno. Se qualcuno glielo chiedeva diceva che non gli piacevano o che non ne aveva voglia, poi puntualmente, la sera dopo molte ore dal pranzo quando era sicuro che nessuno si fosse sentito male e che quindi quei funghi fossero privi di elementi velenosi, prendeva i funghi rimasti e ne faceva una scorpacciata.
Mio nonno era strano, aveva tutte le malattie del mondo se glielo chiedevi ma in realtà stava bene. Quando un medico gli prescriveva un nuovo farmaco, lui continuava a prenderlo a vita anche dopo che il medico glielo toglieva.
Aveva sempre delle pasticche da prendere e quando lo faceva, ricordo che mi chiedeva sempre se ne volessi una. Per lui facevano tutte bene ed avrebbero fatto bene anche a me. Chissà cosa avrebbe fatto se gli avessi detto di si anche una sola volta ma non Ë mai accaduto.
Non ho mai capito se mio nonno fosse un po' stupido o semplcimente fingesse quel suo stato confusionario per prendersi gioco di tutti noi, ma gli riusciva bene di fare quello che voleva.
Una cosa è sicura, mio nonno era simpatico e ci sapeva fare con i bambini. Chiacchierava con noi bambini facendo discorsi senza senso ed a volte poco educativi e non era mai daccordo nei discorsi degli adulti.
Mio era sempre molto indipendente e non si preoccupava mai di cose come il lavoro o i soldi, almeno così mi ricordo.
Credo che la sua pensione bastasse a farlo sopravvivere senza doversi preoccupare più di tanto.
In famiglia lavoravano mia nonna, mia madre con le sorelle ed il fratello ma non ho mai capito cosa facesse o avesse fatto mio nonno per guadagnarsi da vivere in gioventù.

Adoravo mio nonno e ricordo che quando ci lascio aveva ancora quella vitalità negli sguardi e quel suo modo di sembrare per sempre un bambino, uno di noi.

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