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Da Hallen a Saltzburg

La ciclabile degli alti Tauri
Un'improduttiva discussione con Simona bocciava la visita alle miniere di sale di Hallen, unica attrattiva che pareva essere degna di nota in questa bizzarra cittadina Austriaca. Avremmo dovuto raggiungere prima possibile Salisburgo per trovare un posto non troppo costoso dove dormire.
La pioggia dei giorni precedenti era un ricordo lontano, così come la nebbia ed il fresco, ormai faceva caldo ed il sole splendeva con tutta la sua forza nel cielo terso. Pedalavamo sulla ciclabile a ridosso dell'ultimo tratto di fiume che ci avrebbe portato fino dentro Salisburgo, tra tratti di leggero sterrato e strisce di asfalto.
Ormai la strada proseguiva in pianura ed anche il fiume aveva sembrava aver perso la sua forza dirompente, se ne stava li fermo, in alcuni tratti quasi immobile.
Nel passare sotto un fiume notai una strana figura umana, Simona era andata avanti presa dalla sua foga di dover arrivare mentre io cercavo di trovare degli scorci interessanti da fotografare. Questo individuo se ne stava sotto un ponte a ridosso del fiume ed immobile osservava le anitre passare. Aveva un banchetto ed una sedia con un grande ombrellone che lo riparava dal sole e se ne stava tranquillo a pescare. Non riuscivo a capire se si trattasse di un uomo o una donna, ma mi incuriosiva il fatto che una persona si portasse dietro mezza casa per andare al fiume a pescare.
La nostra idea era quella di fermarsi a Gries un piccolo centro abitato a 4 chilometri da Salisburgo, per trovare un privato con una camera libera. Trovare un alloggio a Salisburgo di agosto sarebbe stato difficile, c'è il festival della musica e tutti gli alberghi sono prenotati con mesi di anticipo, le uniche stanze trovate qualche giorno prima su internet partivano da un prezzo di 90€ a notte.
Avevamo calcolato di dover spendere in media 80€ per notte, cosa che ci costringeva a restare venerdì e sabato e ripartire la domenica presto per tornare a Roma.
Mentre ci guardavamo intorno per cercare un qualsiasi cartello private zimmer dove domandare per l'alloggio, Simona si rese conto dalla Rocca che si intravedeva sulla montagna che senza accorgercene eravamo entrati a Salisburgo, questo Gries ci era sfuggito senza nemmeno che ci rendessimo conto.
Non ci restava che provare a trovare un alloggio qui in città. Cominciammo la ricerca dall'ufficio informazioni turistiche. La bella ragazza al banco, bionda con gli occhi azzurri, tentava di spiegarci in inglese la situazione, quando pero' mi rivolsi a Simona in italiano, questa comincio a parlarlo con estrema disinvoltura. La fortuna ci assisteva, potevamo approfittare per chiederle tutto quello che ci serviva. Gli alberghi erano quasi tutti pieni e le uniche camere rimaste avevano costi proibitivi, restava la possibilità dei privati, la ragazza non poteva effettuare prenotazioni presso i privati, ma ci segno sulla mappa la strada dove andare a cercare e ci diede un volumetto con tutti i numeri telefonici.
Nella piazza c'era anche un punto di riconsegna bici della stessa catena delle nostre. Ci informammo riguardo all'eventualità di tenere le bici ancora qualche giorno, ci sarebbe costato 10€ al giorno per bici ed avremmo potuto consegnarle anche di sabato o domani. Era perfetto, potevamo usare la bici come mezzo di trasporto urbano in una città dove le ciclabili sono ovunque.
In una ventina di minuti riusciamo a raggiungere la Moostrafbe percorrendo soltanto ciclabili. E' una strada lunghissima che punta sul alcune catene montuose a sud della città.
Al primo tentativo presso un privato sulla strada, ci siamo sentiti che era al completo. Anche il secondo, il terzo, il quarto e così via fino a che ho smesso di contarli con la stessa identica e sconfortante risposta.
La strada volgeva quasi al termine, lasciandoci dentro uno sconforto crescente, se non avessimo trovato un posto dove stare avremmo dovuto lasciare Salisburgo per tornare ad Innsbruck. Simona contribuiva a scoraggiarmi raccontandomi di un suo amico che per trovare posto a Salisburgo nel periodo del festiva, si era spostato verso i laghi ad un ora e mezza di auto.
Uscendo dal vialetto dell'ennesimo tentativo andato a male, ho visto Simona da lontano farmi degli strani cenni, mi sono avvicinato e mi ha detto di aver trovato una camera, per una sola notte. Cosa che non risolveva del tutto i nostri problemi, come avremmo fatto l'indomani?
Quell'unica camera disponibile andava prenotata prima che qualcun altro arrivasse a prenderla. Lasciai Simona fuori l'affittacamere chiedendole di temporeggiare, mentre io avrei tentato più avanti con gli ultimi affittacamere rimasti.
La fortuna ha voluto che a soli 200 metri in un vialetto laterale della strada, c'era una bella donna molto simpatica e cordiale che fittava le camere della sua villetta, non aveva niente per la sera, ma le si liberava una stanza proprio dal giorno successivo. Per una sola notte chiedeva 50€ mentre se fossimo rimasti più di una notte ci avrebbe fatto un prezzo di favore di 40€. Questa proposta sembrava ottima, ci permetteva di restare in città un giorno in più di quanto avevamo previsto, spendendo meno. Dissi alla signora che sarei andato ad avvisare la mia ragazza di prendere l'altra camera per la prima notte, lasciai le borse in ostaggio alla signora per costringerla ad aspettarmi e non affittarla ad eventuali altri richiedenti e di corsa tornai indietro. Simona mi aspettava fuori dalla casa, le chiesi di confermare la stanza e tentai di ritornare a prenotare l'altra, ma la proprietaria mi trattenne, voleva per forza mostrarci la camera prima di confermarcela, quindi lentamente dovetti seguire la vecchietta che un passo alla volta avanzava sulle scale. Era talmente calma nel muoversi che mi infastidiva, non avevo tempo da perdere, volevo solo che mi liberasse per tornare dall'altra signora a confermare le notti successive.
Ci fermammo al piano rialzato, dove la signora ci chiese di attendere un momento, per poi sparire in cucina.
Dopo qualche minuto fece ritorno e per fortuna, aveva ritrovato le chiavi. Finalmente si poteva vedere questa maledetta e salvifica camera.
Ci sarebbe andata bene qualsiasi bettola o tugurio, ma la signora non voleva darcela senza che prima l'avessimo vista ed approvata. Salimmo con passo da lumaca seguendo le orme dell'anziana signora, uno dopo l'altro impilava i piedi lungo le scale. Percorremmo in un tempo infinito la prima rampa di scale, poi la seconda ed infine un lungo corridoio che ci portò alla porta della camera.
Dopo avermi mostrato per prima i due bagni esterni alla stanza, spiegandomi che potevamo adoperarli entrambi, infilò la chiave nella toppa, tolse le mandate, abbassò lentamente la maniglia e ci mostrò la stanza.
Io chiaramente, senza nemmeno dare uno sguardo dentro, le dissi che andava bene, mi girai e scappai via ad avvisare Simona.

Ritornai dalla signora che mi aspettava ancora nella camera, per confermare subito le due notti successive, mi ripresi le borse e le chiesi se voleva un anticipo oppure il pagamento per intero anticipato delle due notti, ma con un sorriso dolcissimo mi disse che bastava che le dicessi il mio nome.
Salutai la signora, dicendole che ci saremmo visti l'indomani e tornai subito da Simona che mi stava aspettando.
Avevamo guadagnato un giorno in più di vacanza che ci permetteva di sfruttare a pieno la Saltzburg card, da 72 ore, una carta turistica a pagamento che dà libero accesso a tuttti i più importanti musei della città, sconti su altri musei fuori da Salisburgo, sconti nei negozi convenzionati, una birra gratuita al museo fabbrica della birra di Salisburgo, un giro gratuito sul battello lungo il Salzach e tutti gli autobus cittadini gratuiti.
Con soli 37€ avremmo girato tutta la città risparmiando molti soldi e con i tre giorni a disposizione avremmo trovato il tempo di andare a visitare quello che mi avevano detto fosse il "nido delle aquile" in Baviera, il Bad ReichenHall.

Salisburgo è una città molto bella costruita a ridosso del fiume Salzach, il suo aspetto è meno pittoresco, rispetto alle piccole cittadine bomboniere come Innsbruck e tutte le altre incontrate lungo la ciclabile, ma è molto ambita da chi studia o più semplicemente ama la musica.
E' la città natale di Mozart e tutto qui sembra essere fatto in suo onore.
Presi da una fame anticipatasi di qualche ora rispetto al solito, per colpa forse della scarsa colazione nello squallido hotel di Hallen, ci siamo fermati al mercato, proprio nella piazza del mercato della città. C'erano cibi di ogni genere, enormi distese di magnifici frutti ed odori che ad ogni metro di strada ti attiravano verso nuove e diverse bancarelle. Una zona era piena di venditori di Wurstel delle più svariate specie, una con i banchi che cucinavano il pesce in tutti i modi possibili, altre zone di venditori di salumi tirolesi, era davvero un labirinto di cibi iponotici che rendeva difficile la scelta. Mi sembrava di essere ritornati alla Bouqueria, il pittoresco mercato sulle Ramblas a Barcellona.
Sulle bancarelle tirolesi i salumi ed i formaggi venivano tagliati ed offerti alla gente come prova, erano deliziosi, prosciutti che si scioglievano in bocca, salami dai sapori decisi, di cinghiale o cervo e formaggi spettacolari. Facemmo un giro di prova do tutti i salumi ma preferimmo non comprarne per pranzo, di sicuro i salumi tirolesi li avremmo trovati anche nei supermercati Italiani.
La cosa più sensata da fare era cominciare dai wurstel, scegliemmo un piccolo banchetto che ci sembrava meno turistico degli altri, che aveva otto tipi differenti di wurstel, per forma, colore e provenienza, i presi quelli sottili e rosa di Francoforte con la senape, e Simona quello bianco di Monaco, grande quanto una salsiccia con una senape più scura leggermente dolce. Come tutti da quelle parti decidemmo di farceli servire nel vassoietto di carta, con il panino a parte ed una fresca birra. Il gusto di quei wurstel era qualcosa di unico, quasi non credevo alle mie papille gustative, ne mangerei a tonnellate se ne avessimo di simili anche in italia. Finirono anche troppo presto lasciandoci un piccolo spazio nello stomaco che avremmo colmato con qualche altro tipo di cibo, sarebbe stato stupido limitarci alla prima cosa buona che avevamo provato.
Simona ha insistito per portarmi via da quel mercato di bontà, mi ha trascinato a forza in un altra piazza, con la convinzione di poter trovare un banchetto che in inverno vende le patate al cartoccio.
Il carretto non c'era, ma nella piazza un enorme maiale su un carretto si faceva fotografare per simpatia, credevo fosse un venditore di wurstel, ma avvicinandomi mi accorsi che si trattava di un gruppo di ambientalisti vegetariani che criticavano l'utilizzo dei maiali per la macellazione. Di sicuro non avrebbero potuto ottenere la mia attenzione se non per qualche foto del bellissimo maiale, li abbandonammo in piazza e ritornammo nella piazza del mercato con ancora più fame di prima.
Si riproponeva il dilemma di decidere qualcosa di nuovo e sfizioso da mangiare. Stavolta la scelta ricadde sul banchetto del pesce. Ero indeciso se prendere una zuppa di pesce oppure qualche panino con il pesce marinato. C'erano svariati tipi di panino con il pesce, ma uno in particolare mi incuriosiva, tra i due lembi di pane luccicava un lucido trancio di pesce, ripiegato con la pelle dal lato esterno. Decisi che sarebbe stato mio, Simona, diceva di non avere fame ma stuzzicata dagli odori ed i colori di quel pesce, ne prese uno ancora più grande al salmone. Pagammo 4,50€ per quei due panini con il pesce fresco marinato e per non gonfiarci di birra nel pieno del caldo giornaliero, decidemmo di accompagnarli con una coca cola. Erano deliziosi, il pesce quasi si scioglieva sulla lingua per la sua delicatezza, lasciando un sapore in equilibrio tra il dolce del pesce con le cipolle fresche ed il richiamo salato dell'aceto usato per la marinatura del pesce. Mi aveva talmente conquistato questo panino che nel pomeriggio ne avrei preso un altro.
Per completare degnamente il pranzo, siamo andati nel negozio che ritiene di avere la ricetta originale per la produzione artigianale di palle di Mozart.
Le palle di Mozart sono dei cioccolatini sferici ricoperti di uno strato di cioccolato duro scuro, sotto il primo strato si nasconde un secondo strato più spesso di cioccolato morbido e cremoso, leggermente amaro, nel nucleo centrale del cioccolatino c'è un invece un impasto di pan di spagna e crema di pistacchi. Sono dolcetti eccezionali per i quali mille parole non basterebbero a descriverne il gusto. Ogni tanto a Roma nei negozi Lindt riesco a trovarne qualcuno, ma non sono neanche lontanamente paragonabili a quelli originali.
Nel primo pomeriggio è cominciata la visita seriosa della città, avendo ormai sistemato le due spinose questioni dell'alloggio e del pranzo, non ci restava che dedicarci al turismo culturale. Come prima cosa da vedere abbiamo scelto la fortezza. Prendendo una ripida funicolare, a ridosso del monte dietro il cimitero storico, ci siamo ritrovati nella fortezza che domina l'intera cittadina.
La Salitzburg card includeva il biglietto della funicolare, l'ingresso al castello con la visita e l'audioguida in italiano con la storia della magnifica fortezza. La rocca era stata di proprietà degli arcivescovi e negli anni divenuta sempre più grande ed importante, grazie allo sfruttamento delle miniere di sale.
Ogni arcivescovo che si succedeva alla guida della stessa faceva costruire nuovi bastioni e mura di cinta, per proteggersi dai ripetuti attacchi, dalle rivolte popolari e dall'avanzata del grande impero turco. In tutta la sua storia non è mai stata espugnata da nessun nemico, grazie non solo alla forza militare ma soprattutto al sale.
Il sale infatti, oltre a portare grossi introiti con il suo commercio dava la possibilità unica a quel tempo di conservare i cibi, rendendo gli abitanti della rocca in grado di resistere a lunghissimi assedi senza doversi preoccupare del cibo.
La fortezza ancora intatta, ospita le antiche e sfarzose stanze principesche in legno ed oro dove venivano organizzate le cene di corte. Oggi è un ambita meta turistica che vale la pena visitare, anche soltanto per la possibilità di osservare dall'alto Salisburgo, le sue torri a punta ed il fiume che la divide in due facendone un ottimo soggetto per una cartolina.

Il resto del pomeriggio è stato dedicato alla visita di alcune chiese cittadine e le passeggiate per le vie affollate del centro, con una sosta obbligata presso nordsea, una catena di negozi famosa in Austria che vende soltanto pesce fresco o cucinato nei più svariati modi, dove la mia attenzione è ricaduta sullo stesso identico panino mangiato in mattinata.

Simona ha preso ad insistere per spostarci a nord-ovest, sulla riva sinistra del fiume per ritrovare un pub monastero dove era stata un inverno per cena. Dopo una banale litigata per la mia scetticità riguardo alla strada che stavamo percorrendo per trovare quel posto, mi sono convinto a seguirla, non era ancora ora di cena e non capivo bene perchè volesse andarci a tutti i costi senza aspettare.
Ci siamo ritrovati al Augstiner pub verso le 19:30, un insolito locale ricavato in un ex monastero. Da un anonima porta in legno chiusa ci ritrovammo in un ampio corridoio intriso di profumi di cucina.
Il corridoio porta ad una enorme scalinata verso il basso.
Scendendo le scale si puo' notare sull'arcata sovrastante gli scalini un dipinto raffigurante l'antico monastero, in fondo alle scale invece giganteggia una bella statua in legno raffigurante un monaco. Ad ogni scalino ci si accorge che l'aria è sempre più densa di odori di frittura, carne alla brace e pasticceria. Sulle enormi scaffalature, ci sono sistemati dei boccali grigi di coccio, di varie dimensioni, il più piccolo misura mezzo litro, Simona mi dice di sceglierne uno e prenderlo.
Oltre gli scaffali c'è una fontana dove poter sciacquare i boccali, per raffreddarli e prepararli ad essere riempiti con la birra. Laviamo un boccale e decidiamo di prendere una birra, è troppo presto per cenare, meglio cominciare a bere qualcosa nell'attesa che ci venga fame.
Siamo passati alla cassa per pagare la birra a seconda della dimensione del boccale scelto, per la misura piccola ci hanno chiesto solo 3€, poi ci siamo messi in fila dove i birrai spillavano le birre da due enormi botti. La birra è buona, molto leggera, scende giù in maniera piacevole, bevendola abbiamo fatto un giro di ricognizione per i vari negozietti di cibo sparsi nel locale, ci sono venditori di carne e wurstel cotte al forno ed in padella, venditori di insalate e contorni, negozi di carni alla brace o polli, venditori di pesce fritto ed alcuni di pesce alla brace, poi vendono dolci e qualsiasi tipo di genere alimentare austriaco. Per accompagnare la birra decidiamo di prendere delle sfoglie di mais che una signora tirava fuori da un macchinario, per accorgerci poi che si trattava di rapa tagliata sottilissima. Il locale ha tutto un lato all'aperto ricavato in un giardino dove poter andare a consumare i cibi acquistati oppure delle sale refettorio enormi finemente tappezzate di legno per la stessa funzione.
La fame ormai si stava affacciando così, avendo finito le rape ed la birra, abbiamo deciso di passare a qualcosa di più serio.
La scelta è ricaduta su dei piatti unici, nel mio un tenero arrosto di maiale, tagliato molto spesso con contorno di crauti in padella ed un kanederlo gigante come sostituto del pane, ricoperto da una salsa agrodolce, quello di Simona invece con undici costolette di maiale, crauti all'insalata ed una patata al cartoccio con salsa di Jogurt. Inutile è stare a parlare di quanto fosse buono il tutto, in pochi secondi nel piatto non sono rimaste nemmeno le tracce di tutta quella roba. Naturalmente la cena ha richiesto un secondo boccale di birra che quasi come se fosse bucato è finito prima ancora di arrivare sul tavolo.
Siamo usciti dal locale per incamminarci verso il centro, passeggiando sulla riva del fiume con un cielo tendente al rosso che ha voluto regalarci un lunghissimo e meraviglioso tramonto.
Le vie del centro erano adesso ancora più piene di gente, la città sembrava aver peso vita e colori ancora più belli, grazie all'illuminazione serale che colorava le fontane ed illuminava tutti i monumenti e le strade.
Passando di nuovo vicino al negozio delle palle di Mozart non ho potuto fare a meno di entrare e comprarne una per addolcirmi la bocca e saziare completamente le mie voglie di cibo.
Nella piazza sotto il castello, sullo schermo gigante che avevano montato per il festival estivo della musica, trasmettevano in diretta dal teatro del festival, la Traviata.
Per un po' siamo rimasti a guardare questa straordinaria rappresentazione teatrale minimalista dell'opera, con una scenografia formata da un divano, un orologio gigante ed una enorme sala tutta bianca, dove gli artisti ballerini facevano da protagonisti assoluti. Poi Simona presa da una strana smania di voler tornare in camera, dicendo di aver paura di guidare la bici di notte mi ha costretto a ritornare verso le bici che ci aspettavano nella piazza del mercato.
Venti minuti di silenziosa pedalata nel fresco della notte e siamo ritornati nella nostra stanza, dove ho dovuto affrontare una notte insonne.