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Da Landeck ad Hatting

La ciclabile dell'Inn, Landeck-Passau | Diario di Cicloviaggio
Alle cinque del mattino Simona era già sveglia e si agitava nel letto, di conseguenza la nostra sveglia è stata anticipata di un bel pò rispetto al previsto.

Io non vedevo l'ora di partire mentre Simona presa dalla agitazione vomitava in bagno.
L'aria fuori dalla finestra era frizzante, oserei dire gelida. Altro che i trentadue gradi del mattino a cui eravamo abituati a Roma.

La colazione
Dopo una ricca colazione a base di uovo alla coque, panini con i salumi e fette e pane burro e marmellata è iniziata l'avventura.

L'appuntamento alla stazione ferroviaria di Zams era sbagliato, chiaramente la colpa era stata della disastrosa conversazione telefonica con la ragazza dell'agenzia. Per fortuna uno dei camioncini della società era li per fare da taxi a dei turisti in bici.
Li avrebbe portati su a San Moritz, alle sorgenti dell'Inn, il reale inizio della ciclabile.
Così, appena ha capito l'accaduto ci ha accompagnato alla stazione dei bus di Landeck dove ci aspettavano le nostre bici complete di borsa frontale e posteriore, casco e attrezzatura di emergenza.
Simona ha subito pagato e salutato il tizio che è ripartito con il furgone, poi quando siamo rimasto soli ha provato la bici dicendo che per lei era troppo alta e non poteva andarci neanche con il sellino tutto abbassato.

Per rimediare, mi sono trovato a pedalare su una bici rosa confetto con un sellino larghissimo da donna. Simona invece ha preso la mia MTB che avendo la canna superiore obliqua risultava più bassa una volta posizionato il sellino al minimo.
Pur di partire avrei fatto qualsiasi cosa, anche fare il viaggio su una bici rosa.

Caricate le borse ed abbandonata l'auto ad un parcheggio da 70 centesimi al giorno siamo partiti.

Alla nostra partenza da Landek il termometro dell'auto segnava 12 gradi e la mia scelta di pedalare con le scarpe aperte si è rivelata un emerita cazzata.
La prima fontana
Per fortuna dopo qualche chilometro di pedalata è spuntato un bel sole che ci ha costretto a rifornirci di acqua dalle magnifiche fontane che si trovano lungo il percoso.
La fine della valle

Poco prima di raggiungere Imst c'è una periferia da favola, sembra tutto finto, un po' come quella americana di certi film surreali.

La gente pulisce lentamente il viale di casa, sistema la legna per l'inverno, sorride e saluta i passanti, compreso noi sconosciuti ciclisti.

Le villette che si vedono sono fantastiche, ce ne sono alcune ultramoderne e coloratissime ed altre nel vecchio stile austriaco, con i balconi in legno, i fiori alle finestre ed i tetti spioventi in legno scuro.
Ognuno ha il suo giardino anteriore e posteriore e spesso anche quello laterale visto che alcune case sono al centro di fantastici prati curati alla perfezione.
C'è sempre un bel barbecue, un forno a legno, la veranda con il dondolo ed il divanetto in vimini oppure il tavolo bianco con le sedie per la colazione.
Di lato alla casa o sotto c'è il garage, ultramoderno con la grande serranda bianca automatica o in legno massello con fantastiche porte.

Per un po' sono rimasto a bocca aperta ad osservare ogni particolare di quel posto tanto perfetto.
A sognare di poter acquistare una di quelle case che corrono di fianco al fiume immerse in una valle circondata da altissime montagne dalle creste rocciose. Poi destandomi da quello stato ho spinto sui pedali per allontanare da me quel sogno irragiungibile.

Simona attraversa il ponte
Montagne cittadine

La ciclabile si è infilata nel bosco regalandoci una serie infinita di sali scendi con pendenze a volte notevoli, tanto che più volte ho dovuto aspettare Simona che scendeva per superarle a piedi.
La piramide
La ciclabile
La bellezza del paesaggio mi ricordava il nostro viaggio lungo la ciclabile degli alti Tauri.

Un angolo di paradiso
La squadra di Kayak
Improvvisamente da un pontile lungo la ciclabile sbucavano squadre di kayakisti con i loro gommoni alti sulla testa. In cinque minuti che sono rimasto ad osservarli saranno passate una ventina di squadre di dieci uomini.
Il comandante di ogni squadra stava davanti al gruppo e dava gli ordini, li guidava fino ad una riva dell'Inn da dove si lanciavano nelle rapide. Di sicuro affacciandoci dai ponti lungo la ciclabile li avremmo visti lottare con la corrente.

Discesa lungo il fiume
Una ventina di chilometri dopo Simona arrancava in preda ad una evidente crisi di zuccheri, tanto seria che abbiamo deviato dalla ciclabile per scendere in un piccolo paese lungo il fiume per trovare qualcosa da mangiare. Non era una novità che cominciassimo il nostro viaggio sulla ciclabile in questo modo. La mattina a colazione non aveva mangiato quasi niente per l'ansia e la paura che sempre l'accompagna nel primo giorno di viaggio in bici.
Sorriso sornione
Non ne aveva voluto sapere di fermarsi nei ristoranti incontrati poche centinaia di metri prima ed ora necessitava di una sosta obbligata per mangiare qualcosa.

Nel paesino non c'era niente da mangiare così ci siamo dovuti rifare un salitone per riprendere la ciclabile, non prima di aver costretto Simona a mangiare il salamino quadrato austriaco che ci era avanzato il giorno prima.
Ci sono voluti altri cinque lunghi chilometri fino a trovare un oasi di ristoranti e alberghetti, subito dopo la discesa dal ponte autostradale.

Per pranzo Simona mi ha costretto ad una dieta forzata, ha voluto mangiare in un chioschetto che vendeva solo insalate di bratwurstel.

Queste insalate consistevano in mini ciotoline di salumi e formaggi da colazione, tagliate a striscioline, con due fettine di pomodoro per decorazione.
Dopo questo lauto pranzo non ha voluto nemmeno che prendessimo il gelato ma solo un caffè austriaco, quello lungo come gli americani, perché nel chiederlo ha omesso la parolina espresso :(
Questa donna è proprio un disastro.

Appena ripresa la ciclabile siamo passati in una nuova valle sconfinata dove a perdita d'occhio sono coltivate le mele del Tirolo, le zucche ed il granturco.
Le mele del Tirolo
Le mele sono organizzate in filari molto simili a viti d'uva, con alberelli esili, bassi e potati ma pieni zeppi di mele di varie.
Tra ogni due filari di alberelli c'è una targhetta con su scritta la razza della mela.

In mezzo ai campi coltivati, c'è un piccolo paesino, si chiama Simmering. Si sviluppa lungo l'unica un unica stradina che lo attraversa e puà vantare poche decine di abitazioni.
In un niente lo abbiamo superato e siamo finiti in una coltivazione di piccoli abeti.

Il motociclista volante
Mentre osservavo distratto la geometria perfetta delle file di giovani alberelli ho visto passare nel cielo una moto.
Un ragazzino con stivali bianchi da cowboy si esercitava a far saltare nel cielo il suo cavallo a motore, in un apposito recinto attrezzato con rampe da salto.

Più avanti ho notato una cosa stranissima, all'uscita di un cantiere sabbioso, i camion devono prima di tornare sulla strada, lavarsi le gomme. Questo lavaggio avviene attraversando una vasca bassa e piena d'acqua.
Non ho mai visto una cosa simile in italia, dove tutti se ne fregano ed imbrattano la strada con sabbia e pietruzze mettendo a rischio la vita di chi passa con la bici o l'auto.

Cavalli a Metz
A Motz ci sono dei fantastici campi da calcio, di una rigorosa e verde erba, posizionati sotto un altura sulla quale svetta una chiesa dal tetto a punta rossa. Proprio dietro la piccola altura si estende la cittadina e subito dietro c'è una altissima montagna rocciosa che rende le partite in quel campo indimenticabili.
Non capisco come facciano a non distrarsi mentre inseguono il pallone lungo il campo.

A Stams c'è un abbazia enorme, una piazzetta ed un piccolo paesino con quattro case case in croce.

Dall'ingresso principale, è un vero mistero capire come raggiungere la basilica, si finisce come noi a girare avanti e indietro tra i giardini e l'orangeria, cercando un punto informazioni o una biglietteria.
La basilica di Stams
Basta invece puntare direttamente verso l'ultimo edificio sulla sinistra del giardino senza seguire alcuna indicazione per raggiungere la basilica.

L'interno della basilica
La basilica è maestosa, piena di stucchi e fregi bianco candido, le cornici di stucchi sul soffitto avvolgono affreschi nei colori pastello.

Le statue della chiesa, i fregi del drappo dietro l'alterare e molti altri dettagli sono tutti d'oro. Nel complesso, un bel colpo d'occhio che anche se vistoso non stanca come il classico barocco.

Mancava poco a Telms, così ci siamo messi subito in marcia, dovevamo trovare da dormire e riposare. Simona sembrava a pezzi, io invece stavo bene tranne qualche dolorino al sedere per la sella non del tutto adatta al mio bacino.

Purtroppo arrivati a Telms di camere non c'era neanche l'ombra, ne dai privati ne negli alberghi. Stanchi e disperati ci siamo messi alla ricerca in tutti i paesini successivi.

Quando al secondo paese incontrato non abbiamo trovato niente, ho cominciato a credere che l'unica soluzione possibile per non restare all'aperto con i dodici gradi della notte sarebbe stata di prendere il primo treno regionale per Innsbruck e cercare li in qualche albergo.
Con la forza della disperazione ho fermato una anziana signora per strada e le ho chiesto dove potevo trovare da dormire. Parlava un ottimo inglese e mi ha spiegato che sia il suo paese che quelli successivi erano completamente pieni. L'unica speranza, secondo la signora era pedalare ancora per un bel po' fino a trovare Hatting, dove avrei trovato un paio di Gasthouse in cui fermarsi a mangiare e dormire.

Ho lasciato Simona per strada chiedendole di accendere la radio per le comunicazioni e sono partito dando fondo a tutte le mie energie residue.
Dopo quaranta minuti di pedalata, ero a pezzi, in crisi di carburante, non avevo da mangiare, ne bere e le gambe non ne volevano sapere più di spingere, andavo ormai avanti per inerzia ad una velocità ridicola.
Anche i vecchietti mi sfrecciavano di fianco insultandomi con un sorriso.
Quando da lontano ho visto una costruzione bella grande tutta bianca con una grande scritta dorata sul lato, ho creduto fosse un miracolo.
Improvvisamente ho ritrovato energie che non sapevo di avere e sono partito a gran velocità fino a quando non sono stato in grado di distinguere chiaramente la scritta Gasthof Neurauter.

Quando la graziosa ragazza al bar mi ha detto che aveva la camera, le ho detto di si senza neanche chiedere il prezzo.
Ho prenotato anche la cena e mi sono assicurato che ci fosse la colazione compresa, poi sono uscito a chiamare Simona via radio.
Quando finalmente è arrivata Simona, stavo registrando il mio documento e pagando ben 72€ per una sola notte. Tuttavia non mi dispiaceva, considerando che questo posto ci aveva salvato da una brutta nottata.

La camera al Neurauter
Prima di salire in camera ci siamo seduti ad un tavolino in giardino ed abbiamo bevuto due belle radler ghiacciate, le famose birre al limone che qui vanno tanto di moda. Subito dopo siamo saliti in camera per fare una lunga e rilassante doccia calda.

L'insalata di verdure
Il cestino del pane
Alle sette e trenta eravamo già di sotto al tavolo che ci avevano riservato con una fame da lupi. Abbiamo divorato un insalata mista nell'attesa di una grigliata ed un piatto tirolese di knodel allo speck, knodel agli spinaci e ravioli al parmigiano.
La grigliata
La grigliata era buona, niente a che vedere con la carne della sera precedente e pure il piatto tirolese, a parte i ravioli, era interessante, specialmente il knodel di spinaci, davvero molto gustoso.
Dopo la cena annaffiata da due belle birre ed una stanchezza infinita che si era impossessata del nostro corpo e della mente, non ci restava che tornare in camera e mettersi a ronfare. Non prima di aver pagato in conto di 34€ in due.
Finalmente avevo pagato le spese di un intera giornata con la carta, non avevamo molto contante con noi e nemmeno potevo prelevarne dell'altro.
Bisognava sperare di pagare quanto più possibile con la carta di credito che mi avrebbe dato respiro fino al 15 di settembre.

Non ho idea di quanti chilometri abbiamo percorso nella nostra prima tappa, ne a quanta distanza sia Innsbruck, so soltanto che sono a pezzi e che domando spazzolerò il contenuto dei due tavoli di colazione a buffet che si intravedono nella sala di fianco prima di ripartire per una nuova e sicuramente breve tappa, nella quale rispetteremo una lenta andatura giamaicana.

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